Daniele Duca, Da Vicino, Amanti Piccanti #9

Ferdinando Scianna

Non chiamatemi maestro

QUANDO

27 ottobre 2021
22 gennaio 2022

DOVE

Still, Via Zamenhof, 11
20136 Milano

ORARI

Lun – Ven
10 – 13 | 14 – 18
Gio
10 – 13 | 14 – 19.30
Sab
15 – 19

 

Primo italiano ammesso nel 1982 alla Magnum, introdotto da Cartier Bresson nella leggendaria agenzia fondata da Robert Capa e da Cartier-Bresson stesso. Basterebbe questo per far capire l’ossimoro di “Non chiamatemi maestro”, il titolo della mostra di Ferdinando Scianna.

Il percorso, curato da Fabio Achilli e Denis Curti, presenta 50 immagini che raccontano, attraverso molte delle sue fotografie più iconiche (dai viaggi in Spagna, America Latina, New York, Parigi alla sua amata Sicilia), la carriera di questo grande artista contemporaneo, noto anche per la sua non comune perizia narrativa e per l’abilità nella nobile arte dell’aforisma. Navigare tra le sue frasi, così come tra le sue fotografie, è un viaggio appassionante: “Le mie immagini, e non soltanto quelle siciliane, sono spesso molto nere. Io vedo e compongo a partire dall’ombra. Il sole mi interessa perché fa ombra. Immagini drammatiche di un mondo drammatico”.

Tante sono le personalità che hanno dedicato un pensiero al suo lavoro a partire da Goffredo Fofi, che nel testo del catalogo della mostra curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda “Ferdinando Scianna – Viaggio Racconto Memoria” (Marsilio, 2018) scrive: “Il lavoro fotografico di Scianna lo fa pensare a Hemingway e chiaramente a Sciascia, suo mentore ed “esortatore”.

E qui torna ancora una volta la Sicilia, isola incantevole e complessa, attraversata da millenni di civiltà diverse. L’assonanza dei due cognomi, Scianna e Sciascia che lascia intravedere una comune lontana matrice araba. Un sodalizio con Leonardo Sciascia, considerato l’uomo-chiave della sua esistenza, nato nel 1964 quando lo scrittore vide delle foto di feste religiose esposte al circolo culturale di Bagheria e lasciò un biglietto di complimenti.

Sicilia meravigliosamente incarnata dalla modella Marpessa Hennink, protagonista del catalogo di Dolce e Gabbana realizzato appunto nell’isola, che gli fa scoprire una vena teatrale da messa in scena, che però scaturiva dalla realtà, dalla strada, come in tutti i suoi miei scatti. Una moda intesa come una ragazza vestita in un certo modo che vive nel mondo, non in uno studio con la luce artificiale.

Scianna ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali; ha pubblicato oltre sessanti volumi; ha lavorato nel reportage, nel ritratto, nella moda e nella pubblicità. Scrive di critica fotografica e di comunicazione, negli ultimi anni pratica una letteratura ibrida, incrociata sul dialogo testo / immagine (ossia sul Primo Comandamento cui dovrebbe obbedire ogni libro illustrato).

“Il mio mestiere è fare fotografie – dice Scianna – e le fotografie non possono rappresentare le metafore. Le fotografie mostrano, non dimostrano”.

Frase che trova immediata corrispondenza in una delle sue fotografie più note presenti in mostra, scattata a Beirut nel 1976 durante la guerra civile libanese, dove un combattente cristiano maronita imbraccia, in posizione di tiro, un fucile automatico Colt M16, sul calcio una decalcomania, ovale, della Madonna.

Daniele Duca. Da Vicino. Penne rigate

Le immagini qui presenti sono utilizzabili a fini stampa con la didascalia

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