Domenica 23 maggio è l’ultimo giorno per iscriversi alla settima edizione del concorso internazionale di fotografia.
Nella caffeomanzia (arte divinatoria di leggere il futuro nei fondi di caffè) l’interpretazione di disegni e simboli deve essere spontanea, non ragionata. Nel caso di Fuori Fuoco – il concorso internazionale di fotografia promosso da Moak – si chiede di metterci il cuore, soprattutto nel raccontare una storia attraverso le immagini. Se ne è parlato durante la conferenza stampa di oggi, a pochi giorni dalla chiusura del bando della settima edizione del contest (il 23 maggio la deadline). Ad aprire la web talk, condotta da Betty Senatore, il presidente Denis Curti. «Sono davvero orgoglioso – ha detto – di presiedere la giuria di questo concorso fotografico e di essere affiancato a grandi professionisti. Ognuno di loro, nel proprio ambito, rappresenta una vera eccellenza. Fuori Fuoco Moak è l’unico concorso italiano ad offrire l’esperienza del toutoring. Al vincitore verrà offerta la possibilità di definire un preciso percorso nel mondo dell’arte e della professione. Per chi fa un mestiere come il mio, quello di curatore, è fondamentale poter cogliere le novità espressive e linguistiche provenienti dal mondo delle immagini e questo concorso è sempre stato, per me, una grande fonte di ispirazione».
Benetta Donato, curatrice indipendente, ha sottolineato l’importante ruolo, oggi più che mai, dei concorsi come mezzo e opportunità per promuovere creatività e talento. «Spesso suggerisco agli autori con cui collaboro, di partecipare a tutti i concorsi, di impegnarsi a produrre un lavoro in base al tema richiesto dalle call, perché è un po’ come esercitarsi. Il lavoro commissionato presuppone capacità di apertura e adattamento alle esigenze del committente, senza tralasciare l’aspetto creativo e interpretativo individuale».
«Fuori Fuoco – ha spiegato Marco Lentini, art director di Moak – è un tassello del progetto Moak Cultura, nato vent’anni fa con un duplice obiettivo: diffondere bagaglio culturale e offrire ai giovani, attraverso i concorsi, la possibilità di far conoscere le proprie capacità in campo creativo. Un’occasione che con grandi risultati abbiamo dato a giovani scrittori (Caffè Letterario) ad aspiranti registi (Corto Moak) e che abbiamo esteso con Fuori Fuoco anche agli appassionati di fotografia. Una disciplina la cui immediatezza comunicativa e l’evoluzione digitale ne hanno fatto oggi la forma espressiva delle nuove generazioni. In tutti e tre i contest abbiamo chiesto diraccontare storie, per dare la possibilità a ciascun artista di raccontare attraverso le parole o le immagini».
L’invito rivolto ai talenti emergenti e non è quindi di partecipare ai contest perché in un’unica occasione si ha l’opportunità di sottoporre le proprie opere a un gruppo di professionisti. Non a caso Moak da anni ha selezionato giurie formate da diverse figure che ruotano attorno alla fotografia, dai giornalisti, ai photo editor, ai curatori.
Per Barbara Silbe, giornalista di settore, «Per fare buone fotografie, bisogna aver letto tanti libri. Un autore deve saper scrivere uno statement di presentazione per il proprio portfolio se vuole essere preso in considerazione. La fotografa di viaggio o quella reportagistica, ad esempio, sono spesso corredate da un racconto scritto, le due cose si completano a vicenda».
E di reportage ha parlato Nikos Economopoulos, reporter di Magnum, che terrà a settembre a Milano un workshop fotografico di due giorni On the Road (date e modalità da definire). Rivolto a professionisti e a fotoamatori che amano coniugare viaggio e fotografia, il corso sarà basato sulla metodologia dell’editing, ovvero sulla capacità di guardare criticamente i propri scatti e saperli selezionare.
Le iscrizioni di Fuori Fuoco Moak si chiudono alla mezzanotte domenica 23 maggio. I tre vincitori della settima edizione saranno proclamati sabato 12 giugno durante il festival A tutto Volume a Ragusa Ibla.